TORNANO VOCI DI AUMENTO DELL’IMPOSTA DI SUCCESSIONE E DONAZIONE

Si tornano a registrare voci di un possibile innalzamento dell’imposizione fiscale sulle successioni e donazioni, magari iniziando ad intervenire con la riduzione della franchigia riconosciuta ai trasferimenti in linea retta. Diverse le ragioni che inducono a ritenere molto probabile un prossimo intervento, che avrebbe la sola ed evidente finalità di contribuire al gettito, magari in ordine alla necessità di neutralizzare le onerose clausole di salvaguardia.

Di fatto, il gettito garantito da questo ambito d’imposizione si presenta oggi almeno modesto se comparato con i principali paesi europei. L’Italia incassa circa 600 milioni di euro all’anno, con un’incidenza sul Pil dello 0,04% contro lo 0,57% della Francia. Ma Spagna, Germania e Regno Unito sono comunque sopra lo 0,20% (dati Ocse 2015).

Diverse le condizioni esterne che spingono in questa direzione.

  • Il confronto tra le nostre autorità nazionali e quelle europee, che stanno imponendo la correzione dei conti pubblici, è aspro e ricorrenti sono le minacce di procedure d’infrazione.
  • Nel 2018 saranno da disinnescare clausole di salvaguardia nell’ordine di circa 20 miliardi di Euro.
  • L’economia nazionale continua a dare deboli segnali di crescita che non portano l’inerzia oltre una situazione di sostanziale stagnazione, non in linea con le effettive necessità.
  • Le manovre espansive della Bce si stanno attenuando e sono prossime a terminare, ingenerando tra gli altri l’inevitabile effetto negativo sul costo del debito pubblico.

Uno scenario dal quale non si può non trarre lo spunto per riconsiderare le situazioni patrimoniali ed i meccanismi di successione, sia per gestire il rischio emergente che per realizzare condizioni e strutture successorie appropriate.

Sulla scorta della lunga esperienza maturata, sia i professionisti del team STS che il network di riferimento, sono a disposizione per qualsiasi approfondimento e valutazione.