LA RACCOLTA DI CAPITALI DELLE PMI-SRL SI APRE A INTERNET E AL CROWDFUNDING

L’assetto sociale delle piccole e medie imprese costituite in forma di società a responsabilità limitata ritorna ad allinearsi a quello delle società per azioni, oltre che per la flessibilità statutaria delle categorie di quote e la deroga alle operazioni sulle proprie partecipazioni, soprattutto per quanto riguarda la raccolta di capitali.

Per effetto della manovra correttiva, il decreto legge 50/2017 ha disposto che anche questa categoria di società possa ora ottenere capitale mediante il cosiddetto “crowdfunding”, l’attività di raccolta di capitali che viene promossa e realizzata attraverso portali cui il pubblico degli investitori può accedere tramite la rete internet.

La possibilità di operare sulle piattaforme di crowdfunding era già possibile per le Pmi-Spa, ma nella prima fase applicativa le Pmi-Srl furono escluse, esistendo nel Codice civile il divieto di collocazione presso il pubblico di quote di Srl (articolo 2468).

A rinforzare le potenzialità del mercato dei capitali domestico, soprattutto nell’ottica di veicolare le disponibilità finanziarie verso gli investimenti produttivi, la nuova norma sancisce che quando la Pmi è una Srl, le quote del suo capitale possono costituire oggetto di offerta al pubblico di prodotti finanziari, anche attraverso i portali per la raccolta di capitali.

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