IL CONSIGLIO EUROPEO APPROVA LA “CORPORATE SUSTAINABILITY REPORTING DIRECTIVE” (CSDR)

In data 28 novembre 2022 è stata approvata dal Consiglio Europeo la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSDR) sulla rendicontazione della sostenibilità. Le grandi imprese dell’UE saranno obbligate a divulgare i dati relativi al loro impatto sull’ambiente, sulle persone, sul pianeta e sui rischi per la sostenibilità che devono affrontare. La Direttiva mira a modificare gli obblighi già imposti dalla (inadeguata) Direttiva 2014/95/UE, la NFRD, ed estenderli ad una platea più ampia di soggetti, qualitutte le grandi imprese e a tutte le società quotate in mercati regolamentati (ad eccezione delle microimprese quotate). La direttiva fa parte dell’iniziativa del Green Deal europeo.

La CSRD mira a migliorare la rendicontazione sulla sostenibilità, aumentare la trasparenza su questioni ambientali, sociali e di governance, combattere il greenwashing e rafforzare l’impronta di sostenibilità delle economie e dei mercati europei. Per garantire questi risultati, le imprese devono pubblicare informazioni in merito a:

  • Questioni ambientali
  • Vicende sociali e trattamento dei dipendenti
  • Rispetto dei diritti umani
  • Anticorruzione e concussione
  • Differenze all’interno dei CdA, quali il genere, l’età, la formazione, eccetera.

La Direttiva, oltre ad estendere la platea di soggetti obbligati a questa nuova rendicontazione più dettagliata, prevede che tutte le informazioni comunicate dalle aziende partecipanti nel Bilancio di Sostenibilità saranno certificate da un ente terzo, indipendente e accreditato, per garantirne l’attendibilità e l’autenticità. Inoltre, tutte le informazioni di sostenibilità devono essere pubblicate all’interno della Relazione sulla gestione e rese disponibili in formato digitale.

L’obiettivo dell’Unione Europea è quello di permettere a investitori, politici e consumatori di valutare i risultati non finanziari delle imprese. Si introduce, così, il concetto di doppia prospettiva: bisogna considerare sia l’impattodell’impresa sulle persone e sull’ambiente, sia l’impatto che le tematiche di sostenibilità hannosull’impresa stessa.

Le nuove norme coprono circa 50.000 aziende(rispetto alle 11.700 soggette al precedente obbligo NFRD). Le nuove regole verranno applicate alle imprese, in modo scaglionato, tra il 2024 e il 2028:

  • Dal 1° gennaio 2024 per le grandi imprese di interesse pubblico (con più di 500 dipendenti) già soggette alla direttiva sulla dichiarazione non finanziaria (NFRD), con scadenza di pubblicazione dei dati nel 2025.
  • Dal 1° gennaio 2025 per tutte le grandi imprese non ancora soggette alla direttiva sulla dichiarazione non finanziaria (con più di 250 dipendenti e/o 40 milioni di euro di fatturato e/o 20 milioni di euro di attività totali), con scadenza di pubblicazione dei dati nel 2026;
  • Dal 1° gennaio 2026 per le PMI quotate (ad eccezione delle microimprese), gli enti creditizi piccoli e non complessi e le imprese di assicurazione captive, con scadenza di pubblicazione dei dati nel 2027. Le PMI possono scegliere di non partecipare fino al 2028;
  • Dal 1° gennaio 2028 per le imprese non europee che realizzano ricavi netti delle vendite e delle prestazioni superiori a 150 milioni di euro nell’UE, se hanno almeno un’impresa figlia o una succursale nell’UE che supera determinate soglie.