VANTAGGI FISCALI PER ATTRARRE “CAPITALE UMANO” DALL’ESTERO

Il sistema fiscale italiano, per sostenere lo sviluppo economico, scientifico e culturale del Paese, offre numerose agevolazioni a favore delle persone che trasferiscono la residenza in Italia per un’attività di lavoro.

  1. Regime fiscale dei c.d. lavoratori “impatriati”, art. 16 D.Lgs. 147/2015: l’agevolazione prevede un reddito imponibile del 50% (2019) e del 30% (dal 2020) del reddito di lavoro dipendente o autonomo percepito, durata massimo 5 anni, prorogabile di altri 5 anni a determinate condizioni.
  2. Regime fiscale dei c.d. “neo-residenti”, art. 24/bis Tuir: prevede la possibilità per gli individui residenti all’estero per almeno nove degli ultimi dieci periodi di imposta di trasferirsi in Italia pagando:

1) un’ Imposta sostitutiva annua pari a euro 100.000 (oltre a euro 25.000 per ogni familiare “al seguito”) per tutti i redditi di fonte estera, con possibilità di escludere alcuni Stati;

2) Imposte calcolate in base alle ordinarie aliquote progressive per scaglioni per tutti i redditi di fonte italiana.

Il neo-residente (e tutti i suoi familiari) può beneficiare di tale disciplina agevolativa per un periodo massimo di quindici anni. Agevolazioni sono previste anche in tema di successioni e donazioni sui beni che si trovano fuori dell’Italia.

  1. Incentivi fiscali ricercatori e docenti, art. 44 D.L. 78/2010: l’agevolazione prevede un reddito imponibile del 10% del reddito di lavoro dipendente o autonomo percepito, durata 6 anni ampliabili a determinate condizioni.

Inoltre, con le novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2019, è prevista una “flat tax”  del 7% per i pensionati residenti all’estero che si trasferiscono al Sud, in Comuni con meno di 20.000 abitanti. Il 7% si applica su tutti i redditi di fonte estera di cui è titolare il pensionato.

Lo Studio è a disposizione per valutare con il cliente le opportunità più vantaggiose nel caso specifico.